STORIA DELLA BATTELLIERI CRISTOFORO COLOMBO

Dal 1887 una storia che merita di essere conosciuta.

LA FONDAZIONE DELLA BATTELLIERI COLOMBO

I fondatori della società erano uomini decisi, amanti dello sport remiero spinti da un sentimento di rivalsa, propensi a non disperdere l’attivismo che li animava e a non lasciar cadere nel vuoto critiche costruttive e nuove proposte. Anche nel nome scelto c’è il desiderio di differenziarsi dai canottieri, esaltando la vogata in piedi, più popolare e legata alla tradizione pavese, e l’intitolazione al più grande navigatore, il maggior uomo d’acqua di tutti i tempi, lasciava intendere i propositi dei fondatori.
Alla fine dell’Ottocento Pavia, con una popolazione di poco più che 30.000 abitanti, aveva un’economia sostanzialmente ancora agricolo-artigiana; ben rappresentati anche i commercianti, gli studenti, i militari ed il clero; relativamente pochi gli operai: i guadagni bastavano spesso a garantire un limite di sopravvivenza e pochi svaghi. La “Colombo” era essenzialmente composta da questi cittadini dalle poche pretese e dalle molte iniziative: un rapporto della Visita Pastorale del 1889 rileva che la società, laica e moderna, attirava i giovani con lo sport del remo e può essere pericolosa per la loro educazione, lasciando intendere non solo che era molto frequentata ma che i giovani, per essa, disertavano gli oratori.
Il primo documento riguardante la società, non ancora nata giuridicamente, è la scrittura privata di locazione, in data 15 luglio 1885 e valida fino al 15 luglio 1895, tra il signor Siro Corbella e la “Battellieri Cristoforo Colombo”, di un terreno su cui sarebbe sorta la sede sociale. L’affitto annuo era di 80 lire, da corrispondere in due rate, per 63 mq. Nel contratto una clausola prevedeva che il locatore e la famiglia potessero usufruire gratuitamente delle barche di proprietà della società. Firmatari del documento sono il vice-presidente Cesare Palma e il consigliere Francesco Fontana, che risponderanno in proprio delle eventuali insolvenze. Il 10 settembre 1885 il capomastro Carlo Veneroni, a nome della società, chiede alla Giunta Comunale il benestare per costruire un padiglione, che funga da magazzeno e da sede sociale, attiguo alla proprietà Corbella in via Porta Calcinara n. 1. Dopo appena un mese ci si rende conto che lo spazio non è sufficiente al fabbisogno e il 23 ottobre 1885 si affittano altri 16,50 mq. a £ 20 annue.
Approvato il progetto dalla Commissione Edilizia, hanno inizio i lavori e finalmente si approda al momento decisivo. Finanziariamente l’opera è sostenuta da un gruppo di persone che anticipano il capitale sociale, £60, alla nascente società. Questi benemeriti, da considerare a ben vedere soci fondatori della “Colombo” sono : Francesco Albertini, Angelo Arcari, Cesare Arienti (che nel novembre ’95 cederà la propria quota), Francesco Belloni, Camillo Beretta, Carlo Borghi, Anacleto Bravo, Giacomo Capella, Pietro Crespi, Carlo e Romeo Pecorara, Francesco Previni, Luigi Rampazzi, Achille Ricotti, Agostino Sozzi.
Alle ore 14 dell’8 novembre 1885 in un aula del Regio Liceo, concessa dall’allora sindaco Alessandro Campari, si svolge la prima riunione tra un gruppo di amici e simpatizzanti del canottaggio per concretizzare le basi della nuova società. Presidente è il professor Ernesto Scuri, rettore dell’Istituto Sordo-muti di Pavia, futuro direttore della “Rassegna della pedagogia per l’educazione dei sordomuti” e membro del Collegio dei Musici della cattedrale. Luigi Rampazzi, cassiere, il già citato vicepresidente Cesare Palma, l’economo Giovanni Veneroni, i consiglieri Francesco Fontana, Anacleto Bravo, Cesare Salina, Francesco Belloni e il capo-tecnico Placido Squillario completano, secondo le fonti contemporanee, il primo consiglio di amministrazione.
In poco tempo la sede è terminata, sulla riva sinistra, poco a monte del Ponte Coperto: è un casello a un piano, al quale quasi subito furono uniti due corpi laterali, più avanzati rispetto al nucleo originario. Una scala centrale portava al fiume, distante pochi passi. La società senza chiacchiere o vanti, prosegue modestamente nell’organizzazione e preparazione del parco barche per poter affrontare un programma sportivo adeguato a una matricola. A Pasqua dell’86 acquista, arricchendo una già buona flottiglia, un canotto a 16 remi capace di contenere 20 e più persone, utile per le gite sul Ticino dei soci e delle loro famiglie, accompagnati da rematori vestiti con la divisa sociale, una maglia bianca con la scritta verde “Colombo” in corsivo e pantaloni al ginocchio ugualmente bianchi. La prima sortita del “Colombo”, questo è il nome del battello, è per l’inaugurazione della sede il 2 maggio 1886. Tra gli invitati il presidente della “Ticino”, avvocato Tassani e le maggiori autorità cittadine. Il Corpo di Musica Operaio, ospitato su un altro barcone, allieta la gita degli invitati fino al Confluente e fuochi d’artificio sul fiume concludono la festa. Poco più tardi il presidente Scuri ricambia la visita alla “Ticino” in occasione dell’inaugurazione della propria sede presso Porta Salara.
Ad agosto, gradita sorpresa per i sostenitori della “Battellieri” ha luogo la prima gara, a Piacenza, con il battello-canotto “Pegaso” e il battello “Eridano”. I risultati non sono buoni ma ugualmente importanti per la regata d’assaggio e per dimostrare, con questa presenza, quella vitalità che è la mira iniziale dei fondatori, i quali, nel gennaio dell’87 possono già contare sull’adesione di 150 soci, paganti una tassa di iscrizione di £ 10 e una quota mensile di £ 2,
Dopo aver portato in salvo un convoglio di chiatte del Presidio Militare di Piacenza e messo a disposizione le proprie barche, per una gita sul Ticino, dei soci della società ginnastica “Forza e Coraggio” di Milano e successivamente dei partecipanti al III Congresso Medico Nazionale svoltosi a Pavia, la società punta decisamente alle gare. La sfida tra Tancredi Romagnoli e Amilcare Ferrari della “Ticino” attira molti curiosi che scommettono sul vincitore, che sarà Ferrari, e fa da preludio al primo grande risultato remiero della neonata società.