STORIA DELLA BATTELLIERI CRISTOFORO COLOMBO

Dal 1887 una storia che merita di essere conosciuta.

LA COLOMBO NASCE VINCENDO

A Venezia sul Canal Grande, la “Colombo” disputa la seconda gara della sua ancora brevissima storia, il battesimo a una regata internazionale. La barca inviata, grazie a una sottoscrizione tra i soci, è una veneta a quattro vogatori, e proprio nella patria della vogata in piedi. Sembra presunzione, ma a Pavia si rema così da sempre, non c’è per ora altro modo. È una sfida ai campioni veneziani, pressoché imbattibili nelle loro eleganti quanto innate vogate, eppure, sembra un miracolo, i colombiani vincono il primo premio, alla presenza del re Umberto e della regina Margherita. La data è storica 2 agosto 1887, e storico, incancellabile nella memoria è l’equipaggio: Enrico Arrigoni, un simpatico tipo bohèmien, Francesco Fontana e gli studenti Giangiacomo Devecchi e Angelo Marangoni, tutti giovanissimi. Il nome della barca “Salve”, sembra ancor più irriverente saluto ai grandi vogatori veneziani, il ricordo di una breve apparizione diventata gloria inaspettata soprattutto se si considera il breve periodo di allenamento sul Ticino, ben diverso dalla laguna, il numero dei partecipanti e la fama degli avversari battuti. La vittoria frutta anche 1.500 lire, donate dagli organizzatori ai vincitori, e una stupenda opera raffigurante il bucintoro, la famosa imbarcazione dei dogi veneziani in filigrana d’argento. Il trofeo, attraverso sconosciute peripezie, finisce alla “Canottieri Adda” di Lodi e solo nel 1934 la società riesce, tramite minuziose trattative, a ritornarne legittimamente in possesso. Due soci della “Colombo”, Gino Carini e Augusto Sairani, donano alla società lodigiana una coppa d’argento come ringraziamento per l’avvenuta restituzione.
Ritorniamo al fausto giorno dell’87: i pavesi, solitamente restii a festeggiare i concittadini, pur se autori di grandi imprese, si radunano in gran numero davanti alla stazione ferroviaria per salutare e applaudire gli ‘eroi’ di Venezia, consci del grande risultato sportivo ottenuto, in un periodo in cui lo sport non aveva ancora a disposizione la grancassa dei mass-media. Il Corpo di Musica Operaio, fuochi d’artificio, un corteo fino alla sede sociale della “Colombo” accompagnano i quattro vogatori che sono festeggiati da entrambe le società remiere, unite nella vittoria. Una altra sottoscrizione tra i soci, artefici ancora il dottor Giulio Oehl (futuro presidente), Anacleto Bravo (pure in seguito presidente), Francesco Albertini, Pietro Romagnoli e Gatti, permette alla “Colombo” di offrire un banchetto ai quattro vogatori e a settanta invitati, comprese le autorità, la stampa, e a un buon numero dei duecento soci iscritti, all’Albergo Sant’Antonio in Borgo Ticino.
Le due società remiere ritengono doveroso non disperdere tale entusiasmo e con l’aiuto del Comune, intelligentemente sensibile ai problemi sportivo-finanziari, organizzano le regate a Pavia a fine settembre. Si tratta di tre gare in famiglia; una per quattro battelli della “Ticino”, una per tre battelli della “Colombo” (“Vittorino”, “Antenore” e “Salve”) e una con le due società antagoniste, per la prima volta, sul fiume amico; si comincia così a respirare quell’aria di competizione e di emulazione che frutterà in futuro importanti risultati. Per la storia, vince la “Ticino”, più esperta e smaliziata, ma è festa per tutta Pavia, con le barche, la sera, illuminate a far da contorno alle gare, fuochi d’artificio e tanta allegria.
Le terze regate dell’annata, quelle di Casale il 23 ottobre, fruttano il secondo posto con lo stesso equipaggio di Venezia, con la sola variante di Enrico Scuri, pluricampione italiano di sollevamento pesi, al posto di Arrigoni.
Niente, dopo questi risultati ottenuti con una gran voglia di partecipare, lottare e vincere, lascia supporre le discordie in seno al Consiglio Direttivo. Due interventi del segretario Anacleto Bravo sul giornale “Il Patriota”, a novembre e dicembre dell’87, evidenziano la situazione, difficoltosa da un punto di vista finanziario e prossima a portare lo scioglimento della società cui seguirà l’immediata ricostruzione su basi più affidabili. Ad aggravare lo stato di cose c’è la posizione di un gruppo di soci contrario al consiglio in carica. Estromessi con lo scioglimento del sodalizio ricostituitosi a dicembre “escludendo l’elemento perturbatore”, costoro dissentono sui motivi, non solo finanziari, della vicenda: sono una cinquantina tra cui Belloni, Emilio Devecchi, Achille Valle, Telesforo Comi, Giulio Oehl, quasi tutti studenti e professionisti con il solo peccato, riconoscono, di voler troppo bene alla società. Infatti la grande maggioranza di loro rientrerà.
Il primo Statuto della “Colombo”, approvato il 12 dicembre 1894, porta proprio quella del 1° dicembre 1887 come data di nascita , non comprendendo in questo modo la grande vittoria dell’agosto di Venezia. Nell’articolo 1° si legge – La Società … ha per scopo diretto di procurare agli iscritti utili ginnastiche ricreazioni di canottaggio sul fiume Ticino; in caso di sinistri sul fiume la Società presta opera di soccorso a titolo di beneficenza. Con questi intenti si apre una nuova pagina di storia.