STORIA DELLA BATTELLIERI CRISTOFORO COLOMBO

Dal 1887 una storia che merita di essere conosciuta.

L’ATTIVITÀ NON SI FERMA AGLI OUTRIGGERS

Anche se la diffusione dell’outrigger tra i vogatori della “Colombo” porta novità, vivacità e ottimi risultati, non ci si dimentica della veneta.
Le regate di Pavia nel ’97, malgrado il totalizzatore per le scommesse, il corpo di musica civico, la presenza di un discreto pubblico, soprattutto popolano, sulle rive del Ticino, impegnano a lanciare frizzi pungenti, arguti ma sempre bonari all’indirizzo dei concorrenti, sono disertate dalle altre società: solo le locali “Colombo” e “Ticino” si contendono i premi.
Più redditizia la partecipazione ai campionati italiani di Pallanza dove la società conquista il primo premio in veneta juniores, confermando a Torino.
I soci della “Colombo”, intanto, non vanno solo per fiume o per mare, ma partecipano anche a gare di atletica e di tiro a segno, portando la classica maglia bianco-verde con il nome della società. Gaetano Barbieri nell’atletica e Costantino Re nel tiro, gareggiano con buoni risultati ed Enrico Scuri, ex vogatore, è campione italiano assoluto di sollevamento pesi nel ’97, ’98, ’99, 1901 e 1903.
Nel ’98 cambio della guardia al vertice; ad Achille Guastoni succede Guido Gnocchi, commerciante di fede repubblicana, attento protagonista di ogni manifestazione riguardante la sua Pavia, sia essa di politica o sportiva, soprattutto riguardante il canottaggio.
Gli anni a cavallo del ‘900, lo si è visto, furono gli anni dell’outrigger; la veneta era però sempre tenuta in alta considerazione e i buoni risultati davano ragione a questa politica: dal ’98 al 1901 otto regate fruttarono tre primi posti, otto secondi e quattro terzi premi, mentre vari vogatori si alternarono sulle imbarcazioni. Anni di sano entusiasmo, trasferte in città come Torino, Arona, Firenze, Como, Napoli, che per gli spesso umili regatanti equivalgono a un premio speciale e significavano desiderio di far parlare della “Colombo” e di Pavia nel maggior numero possibile di luoghi dimostrando la loro perizia e la loro volontà di vittoria. Si può pensare che questo sia lo sport puro, fuori dalla politica, invece, in seguito ai gravi fatti che nel ’98 caratterizzarono tutta la penisola, i moti per il prezzo troppo alto del pane, e la conseguente reazione che tanti morti provocò particolarmente in Lombardia (il primo morto, Muzio Mussi, fu proprio a Pavia), le regate furono sospese per problemi di ordine pubblico. La “Colombo”, al apri di ogni altra società, sportiva o no, fu visitata dalla polizia.
Gli allenamenti continuarono ma il comitato per le regate si dimise, per non spendere denari ad organizzare feste, mentre il popolo chiedeva pane per sopravvivere.
In un clima ancora difficile, l’11 dicembre 1898 si costituisce regolarmente con un rogito notarile la Società Cooperativa “Battellieri Cristoforo Colombo”, della durata di vent’anni.
Davanti al notaio Emiliano Garassini si presentano 27 soci: Guido Gnocchi, Michele Leoncini, Enrico Casali, Americo Vittadini, Cesare Martinotti, Francesco Granata, Piero Ferraio, Rinaldo Tacchini, Mario Aprile, Silvano Gobbi, Giuseppe Pizzocaro, Francesco Tronconi, Achille Perotti, Vittorio Prinetti, Alfredo ed Enrico Bertolini, Cesare Guastoni, Anacleto Bravo, Luigi Bagini, Mario Rovida, Carlo Lanza, Ettore Alberti, Ermenegildo Travaglini, Lino De Paoli, Cesare Guarani, Carlo Rona, tutti benestanti. Probiviri l’onorevole Roberto Rampoldi, l’avvocato Carlo Belli, sindaco di Pavia, e Francesco Albertini.
Datato 1899 è invece il primo bilancio reperito: i profitti e le spese sono ambedue di £ 3.514,90; le spese per le regate ammontano a £ 666,10 e i profitti provengono dai contributi e sottoscrizioni fra i soci.
Si constata facilmente come esso risenta della mancata sovvenzione comunale, che annualmente contribuiva a sollevare, seppure di poco, le magre entrate delle società sportive. In questo periodo le sorti cittadine sono rette da un Commissario Regio, non avendo le forze politiche trovato un accordo per formare la Giunta, in seguito ai gravi fatti del ’98. Il signor Adani-Rossi, estraneo alle faccende pavesi e mal consigliato, ha sovvenzionato dapprima solo la “Ticino”, organizzatrice delle regate per quell’anno, e poi le neonata sezione ticinese del RRCI, di cui la “Colombo”, fedele alla sezione lombarda “Audaces”, alla quale erano destinati i contributi da dividere tra le due società, non è stata chiamata a far parte. Alla “Colombo” non resta che disertare le regate per protesta contro la discriminazione.
Dopo le regate di Cremona e i campionati italiani a Como, dove la veneta giunse sesta, la società pensa al rinnovamento e all’ampliamento.
I vecchi soci vendono al prezzo di 650 lire lo stabile della sede alla società che ad agosto acquista dal Comune 80,50 mq. al prezzo di £ 1,50 al mq. e affitta 564 mq. a £ 20 annue. Il Comune si assicura la prelazione in caso di vendita di tutto il complesso edilizio e il terreno adiacente se usati per scopi diversi dal canottaggio.
Il nuovo secolo porta buoni consigli e riconciliazione tra le società remiere cittadine, per buona pace dei vogatori pavesi che sempre affollano il Ticino durante le riunioni di canottaggio, sport pavese per eccellenza, con il ciclismo e la ginnastica.
Nel comitato per le regate sono presenti, infatti, la “Colombo” rappresentata dal segretario Michele Leoncini e dall’ispettore di canottaggio Americo Vittadini, la “Ticino”, il RRCI e l’”Audaces”. In programma varie regate, di cui una riservata ai militari; buoni i risultati per la “Colombo”, che però fallisce l’obiettivo del campionato italiano a Napoli.
La stasi che ora interessa la “Colombo” sembra comune a tutto il canottaggio italiano, vittima di società poco interessate all’agonismo. I soci affollano le sedi, riporta la “Rivista Nautica”, per giocare a bocce, cenare al fresco, ballare, fare le docce o giocare a carte, dimostrando apatia, indifferenza per le gare. Si devono dare in tal senso direttive più attive, è il monito dell’autorevole rivista ma la “Colombo” è citata con merito per la serietà con cui fa allenare quotidianamente due ‘veneziane’ e un outrigger.
Le regate di Pavia premiano questo lavoro perseguito con merito malgrado una non felice situazione finanziaria e il continuo cambio al vertice direttivo. Due primi premi e due terzi ottenuti davanti al Duca degli Abruzzi, patrono della sede ticinese del RRCI, sono gli ottimi risultati. Il pubblico accorre assiste per la prima volta alla gara tra outrigger a otto con timoniere, armo tipico della Oxford-Cambridge. La “Eustacchio Pasino” della “Colombo” però si ritira dando via libera all’otto dell’Olona.
Le regate di Arona e Lodi chiudono il periodo caratterizzato da grandi trasformazioni e dalla presenza dei Bertolini, campioni leggendari.