STORIA DELLA BATTELLIERI CRISTOFORO COLOMBO

Dal 1887 una storia che merita di essere conosciuta.

GUERRA E DOPOGUERRA

Ancora campione italiana juniores di veneta nel ’40 con l’armo composto da Giulio Ricotti, Vittorio Poggi, Giuseppe Comodi e Luigi Guaschino e, come l’ anno precedente unica cittadina partecipante, la “Colombo” cerca di superare la delusione per le mancate regate pavesi, dopo che la Federazione ha escluso l’idoneità del Ticino.
Nel maggio del’ 40 scade la data per l’eventuale scioglimento della società; malgrado il brutto momento (si è a pochi giorni dall’entrata in guerra dell’Italia) i soci decidono di continuare a mantenere in vita la “Colombo” che però versa ancora una volta in condizioni finanziarie sfavorevoli.
La sezione pavese della Lega Navale italiana, con il patrocinio della RFIC e affidando l’organizzazione del Comitato Provinciale del CONI, promuove il 28 ottobre la biennale “ Coppa Giovanni Ingrao ” (tenente di vascello e medaglia d’oro alla memoria) per vene te a quattro vogatori, da disputarsi tra la “ Colombo ” e la “Ticino”. La partenza è alla “Ticino”, l’arrivo al Confluente, per una distanza di 1500 metri. Per la “ Colombo ” gareggiano Noè, Migliazza, Vecchio e Guaschino. La “Coppa Ingrao” dovrebbe essere un banco di prova per i giovani, un esame prima del lancio nelle più importanti competizioni remiere, ma mancando cimenti tra outrigger e tra jole, risulta solo un’ancora di salvezza per la vogata alla veneziana. Vincitrice nel’ 40 la “ Ticino ” e nel’ 41 la “Colombo” , viene definitivamente assegnata a quest’ultima nel ’42 con l’equipaggio Alessandro Vecchio, Mario Balzi, Ercole Arrigoni, Luigi Guaschino.
Anche quest’anno niente regate a Pavia, il cui costo, 5.000 lire, la società non può affrontare neppure con i modesti contributi del CONI e dell’Ente Provinciale del Turismo (ognuno 1.000 lire).
I vogatori partecipano al campionato provinciale del Dopolavoro che, in mancanza di altre attività, assumono un rilievo giornalistico sempre maggiore.
In seno alla “Colombo” si forma anche, contro versamento di una quota sociale, un gruppo sportivo formato da sei vigili del fuoco che sospenderanno ogni attività nel marzo del’ 42 per ordine del ministero.
Nel’ 42 si partecipa a quattro regate tra cui quella di campionato italiano a Padova, tra enormi difficoltà, sia per il trasporto delle barche, sia per reperire fondi destinati al settore agonistico, mentre tutto lo sport italiano, non solo il canottaggio, vive momenti precari.
Le regate di Pavia vengono, per la prima volta, organizzate da un gruppo rionale fascista, il “De Giorgi” in unione con il CONI provinciale e il Gruppo Rionale Fascista “Cesati” affilia venti giovani dei quali la “Colombo” può usufruire per formare propl1i equipaggi e che d’altra parte, useranno le barche della società per gli allenamenti.
Alle regate del ’42 fa il suo esordio, davanti al pubblico pavese, la prima competizione di canoa che ora si obbliga a diffondere.
Alla regata pavese del’ 43 si evidenzia la crisi delle società: solo sette sono presenti contro undici gruppi di VVFF, cinque dopolavori aziendali, un gruppo universitario e tre gruppi di Giovani Fascisti. A luglio del ’43 viene sospesa, per
ordine del segretario del partito, ogni manifestazione a carattere nazionale, potendo però continuare quelle a carattere locale. Il CONI, per diffondere il canottaggio tra i giovani pavesi, decide di far disputare la IV “Coppa Ingrao”; una ulteriore disposizione, il 27 luglio ’44, impedisce poi ogni gara fino a nuovo ordine.
Le difficoltà, più che mai presenti, sembrano mitigate dall’entrata di nuovi soci, sempre in crescita in questo periodo. Tra loro figurano
Giuliano Ravizza, all’epoca studente universitario e non ancora proprietario della pellicceria “Annabella”, e Gianni Brera, giovane laureato non ancora il ‘principe’ dei giornalisti sportivi italiani.
Anche la sezione pavese della GIL {Gioventù Italiana del Littorio), subentrata all’ONB (Opera Nazionale Balilla) , diventa socia, a quote normali, fino al ’44.
Il periodo di interruzione potrebbe venir utilizzato per una riorganizzazione su basi Concrete, per lo
studio, il perfezionamento e la preparazione al futuro, per potenziare dunque il nostro supporto, che sta vivendo, come tutto il Paese, momenti delicatissimi. In realtà ogni proposito e presto necessariamente annullato: le autorità italiane e tedesche requisiscono 13 “Gondole” e quattordici battelli, oltre a vario materiale nautico, impedendo anche le semplici sortite per diporto.
I bombardamenti del ’44, oltre a distruggere tutti i ponti e a radere al suolo interi quartieri, colpiscono anche le sedi della “ Ticino ” e della “Associazione Motonautica Pavia” poste sulla riva sinistra del fiume. La “Colombo” ritira il materiale dalla sede collocandolo nel magazzino del socio Vittorio Poggi, considerato più sicuro e deposita tutti i suoi valori in una cassetta di sicurezza alla BNL. Limitati risultano i danni alla sede sociale (più consistenti alla zattera d’approdo) e così la “ Colombo ” può prestarla ai colleghi delle due meno fortunate società per le loro assemblee.
Con la fine dello stato di guerra la società ha la facoltà di eleggere, dopo molti anni, un nuovo consiglio: accettate le dimissioni del precedente e ringraziato il presidente Bezzi per l’opera svolta, i1 7 giugno 1945 Egidio Cipolla è il nuovo presidente, Alfredo Bologna vice, Erminio Pallavicini segretario: finalmente tre sportivi praticanti ai vertici.
Una sottoscrizione pro “Colombo”, subito aperta tra i soci, frutta 37.520 lire e la società decide di partecipare subito alle regate, invogliata dal nuovo clima di rinascita, naturale del resto, dopo quel che tutta la popola2Jione ha passato. Ed è subito vittoria a Torino, il 4 settembre, con la veneta a quattro seniores con Ferdinando Pizzarelli, Carlo Valsecchi, Mario Apridi, Carlo Miracca.
Festeggiati anche i 25 anni della rinata “Colombo”, con gare sociali, presenti tutti i campioni tra cui Bologna, Tronconi, Tiraboschi, Martinotti, Giuseppe Rizzardi, Achille Gandini, Giulio Pallavicini, Antonio Taragni, Luigi Protti, Pierino Braga (che ha gareggiato per 15 anni per la “Colombo” su ogni tipo di imbarcazione) e Luigi Lodola (che ha gareggiato per più di 15 anni su outrigger), a ricordare anche i morti per la guerra, tra cui Marco Pietra, campione d’Italia in veneta nel ’23.
Sempre in veneta la “ Colombo ” vince il titolo di campione dell ‘ Alta Italia che, se non nella formula, nella sostanza equivale al campionato italiano con Gaetano Noè, Pierino Capsoni, Celestino Radici, Rolando Oldani.
Il nuovo clima si accompagna alla voglia di far festa e la società concede, dopo molto tempo, il salone
per le serate danzanti che fruttano 7.000 lire donate, dall’organizzatore Michele Grassani, alla Pro-“Colombo”.
Anche il’ 46 si apre Con molte offerte da parte dei soci. In totale Sono raccolte 43.853 lire, mentre l’attività inizia Con una gita ai mughetti per i soci e le famiglie, riprendendo una tradizione viva dai primissimi anni di vita della società, poi passata in secondo piano per i troppi impegni agonistici. Sembra la terza rinascita della “ Colombo ” .
L ‘attività sportiva riprende Con calma, Con la disputa, nel’ 46 e nel ’47, delle sole regate sociali, alle quali presenzia Come ospite d’onore l’avvocato Fietta, nella sua veste di sindaco di Pavia e, naturalmente, di ex presidente.
Limitate le possibilità di cimentarsi in gara ai soli soci, la “ Colombo ” non ritiene necessario aprire le proprie porte ai giovani non iscritti, precludendosi cosi la possibilità di scoprire nuovi talenti da inquadrare, allenare e presentare alle gare per rinverdire gli antichi allori.
Se non altro, i soci in allenamento e in gara Sono esentati dal pagare la quota sociale per il periodo delle prestazioni, mentre si sta lavorando per non disperdere la tradizione della vogata alla veneziana.
Rinascita significa anche nuovi soci e rinnovo delle imbarcazioni da corsa Con lo svecchiamento di alcune ancora recuperabili e l’acquisto di nuove.
Le partecipazioni alle gare riprendono nel’ 47 con la sola iscrizione di due sculler, Cesarino Delfitto e Renato Gatti, che ottengono buoni risultati, e con le ritornate vene te e jole.
Il CUS, Centro Universitario Sportivo, chiede alla società in prestito l’outrigger a otto con cui allenarsi e gareggiare contro i colleghi pisani, nella sfida interrotta nel’ 41 e ripristinata nel’ 48, e la possibilità di avere come allenatore il suo istruttore.
Per rimpolpare le ormai esauste casse sociali e in attesa di ricevere sovvenzioni pubbliche e private, sempre latenti o quasi, la “Colombo” organizza un concerto di musica classica con elementi pavesi, cui assiste un buon pubblico.
Ma non basta un concerto a permettere consistenti introiti e così nel marzo del ’49 sono decisi contributi straordinari di 2.000 lire applicabili a tutti i soci indistintamente, compresi gli aggregati e i perpetui, pagabili in due anni in quattro rate da 500 lire ognuna e una sottoscrizione tra i soci della Pro “ Colombo ” con versamenti a fondo perduto. Se ancora dovessero mancare denari si chiederebbero prestiti ai soci abbienti: sono infatti sette coloro che anticipano 50.000 o 100.000 lire cadauno, usati per l’ampliamento della sede sociale.
È una svolta decisa e coraggiosa che impegna la società a mantenere vive le tradizioni remiere e agonistiche.